Driverless cars: futuro possibile?

Salve a tutti, sono Amedeo Boraso. Come preannunciato da un paio di post su alcune curiosità, questo articolo tratterà delle macchine driverless, un realtà di cui si sta parlando solo da qualche anno, ma che ha iniziato a prendere forma alla fine degli anni ’80 grazie all’azienda automobilistica Daimler, che con il progetto “Prometheus” voleva cercare soluzioni ai problemi dell’uomo alla guida.

Nel 2005 però Google ha effettivamente dato il via a un progetto sulle driverless cars, vincendo un bando del ministero della difesa statunitense, e ad ora lo sta sviluppando in parallelo a varie altre grandi aziende come Tesla, Apple, Ford, Nissan e tante altre, oltre al laboratorio italiano VisLab dell’università di Parma.

In questo caso prendiamo in considerazione la Google Self-Driving Car, in quanto il progetto è in fase più avanzata rispetto a quello delle aziende concorrenti.

Google_self_driving_car_at_the_Googleplex

La Google Self-Driving Car durante una prova su strada in California  dove per ora ha percorso circa  due milioni e mezzo di chilometri.
Fonte: immagine

Come si può notare dalla foto, la macchina è dotata di un sensore sul tetto, chiamato “Lidar”, provvisto di laser, radar e videocamere  che permettono alla macchina di captare gli oggetti in tutte le direzioni. Insieme a questi dispositivi, si attiva una mappa che aiuta i primi a far capire alla macchina in che posto si trovi e come si debba muovere. I sensori poi captano gli oggetti nei pressi del veicolo e li catalogano in base alle dimensioni, alla forma e al loro movimento. In base a questi dati il software della macchina “predice” cosa dovrebbero fare gli oggetti nei pressi del veicolo negli istanti successivi e di conseguenza regola la velocità e la traiettoria dell’automobile in modo da muoversi in sicurezza. Il software è dunque collegato con le varie parti che interessano il moto della macchina, le quali sono dotate di un sistema di back-up in modo tale da sterzare, frenare e eseguire tutte le azioni in sicurezza. Il design esterno della macchina, con forme arrotondate,  è studiato in modo tale da poter permettere ai sensori di avere una miglior visuale sull’ambiente esterno. Il design interno è invece studiato per il solo trasporto delle persone, non per la guida.

screenshot_right turn

La visuale che ha la Google Self-Driving Car. Ogni oggetto, pedone, ciclista o macchina viene contrassegnato in modo diverso in modo tale da potersi muovere in sicurezza.
Fonte: immagine

Siccome queste macchine sono ancora prototipi, ci sono ovviamente ancora alcuni problemi. In primis un problema è il Lidar. Il suo costo si aggira intorno ai 70000 dollari, dunque circa quanto un’auto di lusso, inoltre un problema di logistica e sicurezza è il suo posizionamento sul tetto della macchina, paragonabile al posizionamento di una bicicletta, e infine è ancora troppo sensibile a tutti gli scossoni  e alle buche in strada. Un altro grande problema, questa volta relativo al software è che siccome le mappe sono tarate su strade standard, si trova in difficoltà nel caso di intemperie, neve su strada o anche deviazioni non segnalate al satellite. Su questi problemi l’equipe di Google, chiaramente, è sempre al lavoro.

In un futuro nemmeno troppo distante, effettivamente è una prospettiva allettante non dover più faticare per guidare, ma siamo veramente pronti per lasciare uno degli aspetti predominanti della nostra vita in mano ad un software?

 


2 risposte a "Driverless cars: futuro possibile?"

Lascia un commento